L’itinerario percorre quasi sempre un meraviglioso filo di cresta, aperto ai grandi panorami del Brenta, dell’Adamello, di buona parte delle Prealpi Bresciane e fino alle Prealpi Veronesi.
I° giorno
L’escursione inizia a loc. Dasone (1.080 m.) da dove, lasciati i mezzi, ci si incammina su strada asfaltata per il pianoro della M.ga Gavardina (1.386 m.) e poi su via sterrata (sent. 414) alla M.ga Casinotto (1.685 m.). Da qui il sentiero sale alla Bocca dell’Ussol (1.878 m.), dopo una breve sosta (presente una piccola cappella ricavata in una galleria della Grande Guerra), si imbocca a sx il sentiero 455 (S.d.P) che sale lungo la cresta fino a giungere a Cima Gavardina (1.878 m.). Si prosegue ora in direzione SE, in bell’ambiente che ricorda le Piccole Dolomiti, fino alla Cima Dos della Torta (2.155 m.). Continuando lungo il sent. 455 in breve si giunge al bivio con il sent. 420 che seguiamo, scendendo a destra su breve tratto di roccette all’incassata B.tta dei Slavazi (2.048 m.); si risale a riguadagnare la cresta che ci porta alla cima del Monte Tofino (2.151 m.).
Ci troviamo ora all’interno di uno dei 152 S.I.C. (sito di interesse comunitario) istituiti in Trentino, ovvero quello del crinale Pichea – Rocchetta, un’area che contiene “habitat” importanti per molte specie rare o endemiche. Questi siti sono stati istituiti al fine di creare una rete ecologica europea di zone di tutela, per salvaguardare la biodiversità attraverso il mantenimento in uno stato di “conservazione soddisfacente” delle risorse naturali, in armonia con le attività dell’uomo.
Al fine di aiutare l’escursionista a cogliere le differenze fra i diversi habitat e poter interpretare in modo nuovo e più completo il paesaggio che attraversa durante le escursioni, la Comm. T.A.M. della S.A.T. ha esposto sull’inserto del Bollettino S.A.T. (n. 2, II trim, a. LXXI – 2008) un primo percorso di formazione specifico relativo al “S.I.C. IT3120093”, descrivendo gli habitat che si susseguono procedendo dal M.te Tofino fino alla Rocchetta. Come scrive Claudio Bassetti (Pres. Comm. TAM) presentando l’inserto: “Saper cogliere le differenze fra gli ambienti, comprendere le cause che vanno a definire un habitat, scoprire perché le specie si affermano, si alternano, si sostituiscono, si mettono in relazione, consente di arricchirsi personalmente e di capire la grande importanza della tutela della biodiversità”.
Con una serie di tornantini si scende in direzione S fino ad una grande sella (2.060 m.) sotto la quale affiorano possenti lastronate calcaree, per poi salire e riportarsi in cresta fino al Corno di Pichea (2.138 m.). Si scende ora verso S, si costeggia una fascia rocciosa e si giunge appena sotto la Mazza di Pichea (1.879 m.); si continua a scendere tra mughi e faggeti fino a giungere alla Bocca di Trat (1.581 m.) e da qui in pochi minuti sul sen. 413 al Rif. N. Pernici (1.600 m.) dove si cena e pernotta.
II° giorno
Si parte dal rifugio N. Pernici in direzione S verso Riva del Garda (sent. 413) e si raggiunge la Bocca di Saval (1.720 m.); nei pressi le rovine di un ospedale militare della Grande Guerra. Deviando a destra, dal passo si sale alla cima Parì (1.988 m.), punto panoramico con vista a 360° su tutte le vette che la circondano (Monte Altissimo, Baldo, gruppo del Brenta, Adamello, Care’ Alto, gruppo del Cadria). Ritornati sui nostri passi fino a Bocca di Saval, si riprende il sent. 413 che in leggera salita aggira la Cima Parì e le ripide coste di Cima Sclapa giungendo all’ampia sella di Bocca Dromaé o Campìgolo (1.680 m.). Qui si abbandona per un po’ il sent. 413, e si sale lungo la cresta nord di Cima d’Oro (1.802 m.), per poi scendere lungo la cresta SO della stessa fino a raggiungere una croce, da cui si gode un’ottima vista sul Lago di Ledro. Si ritorna per lo stesso percorso a riprendere il sent. 413, che segue ora una mulattiera di guerra in qualche punto scavata nella roccia, attraversato in discesa il versante NE di Cima d’Oro si giunge a Bocca Giumella (1.410 m.). Si prosegue sul sent. 413 in leggera salita fino a giungere al versante N di cima Valdes (1.460 m.), dove si imbocca a destra il sent. 417 che si alza fino a sfiorare Cima Valdes (1.577 m.), per poi seguirne il fianco est fino a toccare la cima della Rocchetta Giochello (1.519 m.). Ora si scende seguendo sempre il sent. 417 che ripercorre tratti di camminamenti e sfiora fortificazioni e caverne della Grande Guerra, fino al Bochèt dei Concolì (1.207 m.). Con una serie di svolte si continua a scendere lungo la Val Vasòtina, fino ad incrociare il sent. 405 bis (1.000 m.), che seguiamo a sinistra fino alla Bocca Pasumer (980 m.), dove imbocchiamo a destra il sent. 460 bis che ci porta alla Chiesetta di San Giovanni – Bivacco Arcioni. Dopo una breve pausa si continua la lunga discesa lungo il sent. 460 fino a Val Vasotina loc. Frate (675 m.) per terminare l’escursione seguendo a sinistra il sent. 417 in direzione Caregna e Biacesa (418 m.).
Difficoltà EE. Per escursionisti allenati.
Responsabili Graziano Buccio tel.3480400687,Roberto Panelatti tel.3358276009.